Wilhelm Tell e i miti di liberazione

La narrativa dei miti di liberazione tipici della Svizzera interna si palesa per la prima volta in tutta la sua espressione nel Libro bianco di Sarnen, scritto attorno al 1470. Più tardi, nell'Ottocento e Novecento, la storiografia nazionale ha contribuito sia alla sua popolarizzazione nel Paese e alla sua inviolabilità emotiva intellettuale. Negli ultimi cinquant’anni, la mitologia della fondazione si è sfaldata. Gli storici della materia concordano oggi sul fatto che, nei numerosi patti di alleanza stipulati nel Duecento nella Svizzera centrale, l’elemento fondamentale fu la salvaguardia della pace e non tanto la lotta per la libertà. Tuttavia, l’idea delle lotte storiche di liberazione è rimasta ancorata nell’immaginario collettivo. E anche se il tramandamento dei mitologemi attraverso le materie scolastiche obbligatorie avviene, rispetto al passato, solo in modo molto lacunoso, nell’autopercezione politica e culturale di molti abitanti della Svizzera centrale risiede ancora l’idea che ci si distingue per amore della libertà, ricerca dell’indipendenza e veridicità particolarmente marcati e storicamente garantiti. Queste idee hanno indubbiamente generato altre realtà. Finora contribuiscono al consolidamento del patrimonio ideologico nella popolazione usanze radicate come le commemorazioni di battaglie (Morgarten, Sempach) e i tiri in campagna storici (Allweg, Entlebuch, Morgarten, Rütli, Sempach).


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Tell-Museum Bürglen
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