Pesca con il trabucco

La pesca con il trabucco, un attrezzo composto da reti sospese a pertiche che vengono immerse nell’acqua e poi sollevate, si è sviluppata a partire dal Medioevo ed è considerata un metodo di pesca estremamente rispettoso dell’ecosistema. Viene praticata nelle immediate vicinanze della riva con un dispositivo a manovella che permette di calare le reti nella risacca, cioè nella corrente di ritorno provocata da uno sbarramento. I pesci che cercano un po’ di riposo durante la risalita finiscono dritti nelle reti. I pescatori controllano il pescato trattenuto dalla rete e, una volta selezionati i pesci in base alla specie, alla grandezza e allo stato di protezione, liberano quelli che non devono essere pescati. I proprietari dei trabucchi tengono vivo un metodo di pesca storico e sostenibile. Nella Città di Basilea sono organizzati in un’associazione che si impegna a conservare queste «macchine da pesca», trasmettere alle nuove generazioni le conoscenze secolari legate alla pesca sul Reno e a proteggere l’ecosistema fluviale.

La pesca con il trabucco testimonia la grande importanza della pesca per i popoli insediati lungo le rive del Reno. In passato era infatti un’importante fonte di reddito non solo per le famiglie di pescatori locali, ma anche per i detentori dei cosiddetti «Fischenzen», ossia i diritti di pesca. Un prodotto di primaria importanza era il «Salm», come veniva chiamato il salmone pescato in primavera. A partire dalla metà dell’Ottocento la fauna ittica è però drasticamente diminuita a causa della crescente industrializzazione, delle centrali idroelettriche e della rettificazione del corso del Reno per consentire la navigazione alle navi di grande portata. Gli ultimi salmoni a monte di Basilea sono stati pescati alla fine degli anni Cinquanta del Novecento.


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