«Il Paese dei campanili che cantano», scriveva Rainer Maria Rilke a proposito del Vallese. Ancora oggi i carillon ad azionamento manuale, suonati con l’aiuto di corde attaccate al batacchio, sono in uso in circa una trentina di campanili sparsi per il Cantone che hanno mantenuto nel corso dei secoli la struttura originale a quattro campane.
Il campanaro o la campanara, chiamati «carillonneur» e «carillonneuse», si posizionano di lato sopra alla campana e la mettono in movimento con il piede fino a capovolgerla. A questo punto, la rilasciano per farla suonare una volta e la fanno tornare nella stessa posizione, per poi ripetere il movimento. Il suono prodotto con questa tecnica, denominata «en piqué» in francese o «Unterschlagen» in tedesco, è accompagnato da melodie eseguite in contemporanea con le altre campane. Questo gioco di sonorità ha dato origine a un’arte unica nel suo genere. Nonostante l’avvento dell’automazione per movimentare le campane, la pratica non è scomparsa e continua a essere impiegata regolarmente in svariate località.
L’associazione Carillon-VS intende promuovere attività in tutto il Cantone per fare in modo che questa tradizione venga tramandata nel tempo. È inoltre il centro informativo per tutto ciò che riguarda il carillon vallesano. Passo dopo passo, il sito Internet dell’associazione si trasformerà in un’enciclopedia sul carillon e sulle campane nel Vallese.