Intagli su legno degli alpigiani

Nel Novecento in Appenzello e nel Toggenburgo gli alpigiani hanno cominciato a sviluppare la tradizione di intagliare il legno, chiamata anche Chüeli-Schnitzerei (mucche intagliate). All’inizio gli intagli rappresentavano quasi esclusivamente salite all’alpeggio con pastorelli e pastorelle, capre, alpigiani, mucche, contadini, cani pastori appenzellesi e Ledi, i carretti per trasportare gli attrezzi in legno necessari per la produzione del formaggio sull’alpe. Successivamente si sono aggiunti anche altri motivi ripresi dalle usanze e dalla vita quotidiana dei contadini, come i Kläuse di San Silvestro, il Blochziehen, gli strumenti a corda, le compagnie di balli popolari, la cura dei boschi e la produzione di formaggi.

Il lavoro d’intaglio, che i contadini hanno cominciato a praticare per passare il tempo nei mesi invernali producendo giocattoli per bambini o scenette per i copricapo dei Kläuse, è ormai diventato per molti una lucrativa occupazione accessoria. I prodotti in legno intagliato sono pezzi da collezione molto apprezzati. Anzitutto viene segata la forma della figura da realizzare. Il successivo lavoro di intaglio viene poi effettuato con un coltello creato di solito dall’intagliatore stesso per soddisfare le proprie esigenze. Spesso la partner si occupa di dipingere in tutto o in parte le figure intagliate, che possono raggiungere i 15 centimetri di altezza.

Gli intagliatori – e ultimamente anche le intagliatrici – sono sempre più numerosi e portano avanti questa tradizione artigiana dando vita a nuovi stili individuali e inconfondibili. Nella maggior parte dei casi sono autodidatti che non hanno mai preso parte ai sempre più popolari corsi diChüeli-Schnitzerei.

Il marcato stile personale degli intagliatori e delle intagliatrici si distingue nettamente dalle figure in legno dedicate a soggetti appenzellesi della scuola di Brienz che si trovano in commercio: queste vengono prodotte in serie con stampi e non possono essere confrontate con le figure degli alpigiani fatte singolarmente a mano.


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Pubblicazioni

Bruno Bischofberger (Text), Roland Reiter (Aufnahmen): Die Schnitzarbeiten mit Sennischen Darstellungen. In: Volkskunst aus Appenzell und dem Toggenburg (Sammlung Bruno Bischofberger). Zürich, 1973, p. 170-191

Herbert Maeder: «Chüeli»- und Senntumschnitzerei im Appenzellerland und im Toggenburg. Ein Bildbericht. In: Heimatwerk, Nummer 2. Zürich, 1983, p. 1-43

Herbert Maeder: Senntumschnitzer. In: Schweizer Familie, 22. Februar 1984, p. 10-13

Brigitte Schmid-Gugler: Es ist wie Gemüserüsten. In: Ostschweiz am Sonntag, 7. Januar 2015, p. 19

Marcel Huwyler: Emmi schnitzt ihre Heimat. In: Schweizer Illustrierte, Nummer 14, 7. April 2017, p. 48-58

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